Il futuro delle PMI alla sfida della managerialità
Il 50% degli imprenditori punta ad assumere manager. L’87% incontra difficoltà a trovare i profili richiesti. E’ quanto emerge dal 2° Rapporto dell’Osservatorio 4.Manager presentato oggi. Un’impresa italiana su due è alla ricerca di nuove figure manageriali da assumere nei prossimi tre anni. Se si considerano le aziende che non hanno mai avuto management in organico, la ricerca è comune al 30% delle imprese. Domanda e offerta di competenze manageriali, però, non si incontrano. La causa? Il disallineamento tra competenze richieste e competenze offerte.
Lo studio “Capitale Manageriale e Strumenti per lo Sviluppo”, condotto dall’Osservatorio Mercato del Lavoro e Competenze Manageriali di 4.Manager si basa su un campione di 2.130 intervistati, di cui 614 imprenditori e 1.516 manager.
Viene presentato oggi a Roma alla presenza del Presidente di 4.Manager e Federmanager Stefano Cuzzilla, del Presidente di Confindustria Vincenzo Boccia e del Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro.
Obiettivo del 2° Rapporto
Obiettivo del 2° Rapporto dell’Osservatorio 4.Manager è quello di individuare come evolvono le figure di imprenditori e manager. E fotografare il rapporto tra domanda e offerta di managerialità, in particolare in ambito PMI.
Dallo studio emerge che sia gli imprenditori sia i manager avvertono una fortissima spinta al cambiamento, derivante da una serie di fattori noti ma sempre più pressanti: accelerazione tecnologica e digitalizzazione, fluidità dei consumi e volatilità dei consumatori, globalizzazione e concorrenza internazionale.
Nuove esigenze
A questi fenomeni, in atto da anni, gli imprenditori italiani hanno reagito concentrandosi sulla qualità dei prodotti, facendone nel complesso l’elemento distintivo della manifattura italiana. Oggi però avvertono chiaramente che ciò non è più sufficiente e affermano due esigenze destinate a modificare sostanzialmente la struttura delle PMI italiane:
- introdurre nelle loro aziende figure manageriali – in particolare per esigenze di internazionalizzazione, export e digitalizzazione – e con caratteristiche nuove che faticano a trovare sul mercato;
- diventare loro stessi più manager, in un processo di “ibridazione” che unisca alla tradizionale cultura del fare, una nuova cultura del gestire.
Gli imprenditori intervistati dichiarano, nell’87% dei casi, d’incontrare difficoltà nel reperire le figure manageriali. Questo dato sale addirittura al 91% al Nord del Paese, al 94% tra le imprese più giovani, e infine al 92% tra le imprese famigliari. Secondo il 44% degli imprenditori la principale carenza riscontrata è relativa alle cosiddette soft skills: capacità di leadership e di motivazione, conoscenza delle lingue, orientamento all’innovazione e al cambiamento, capacità di adattarsi a scenari in continua evoluzione.
I manager, in “prima linea” nella trasformazione insieme agli imprenditori, sono pienamente consapevoli dei cambiamenti in atto e stanno reagendo con una formazione mirata su innovazione e change management (43,5%), leadership (36,3%), people management (35,2%).
Nuovo ruolo per i manager
Il ruolo richiesto ai manager passa dal fornire competenze specialistiche (Marketing, Finanza, ecc.) a essere sempre più business partner con compiti più ampi e complessi: individuare tendenze, accelerare e facilitare i cambiamenti, velocizzare i ritmi di apprendimento dell’organizzazione e valorizzare il capitale umano aziendale, creare processi e team di lavoro resilienti, valorizzare le diversità, sviluppare modi e processi di lavoro di tipo collaborativo, operare tenendo conto dell’etica e della responsabilità sociale.
L’innovazione è percepita come un obbligo da parte di tutti gli intervistati, tanto da indurre gli stessi imprenditori a investire nella propria formazione su innovazione e change management (59%); competenze digitali (33%).
Le dichiarazioni dei Presidenti
«Abbiamo costituito un Osservatorio per orientare le nostre risposte verso i fabbisogni reali del sistema produttivo italiano – dichiara Stefano Cuzzilla Presidente di 4.Manager e Federmanager -. Stiamo attraversando un momento delicato ma anche ricco di sfide, in cui i manager sono chiamati a giocare un ruolo determinante per il futuro delle imprese italiane.
E’ importante introdurre strumenti che sostengano l’incontro tra domanda e offerta di competenze manageriali. Così da accelerare la crescita e l’innovazione delle tante PMI che costituiscono la nostra eccellenza».
«Imprenditori e manager – dichiara Vincenzo Boccia Presidente di Confindustria – formano un binomio inscindibile. Le imprese del futuro che dovranno imparare ad essere eccellenti in ogni funzione, hanno bisogno di manager preparati e competenti – dedicati alla missione aziendale – per migliorare la propria capacità competitiva e vincere la sfida dei mercati. Non solo. Le imprese devono accentuare la loro condizione di agenti del cambiamento promuovendo, come già stanno facendo, una svolta green e sostenibile che deve determinare un cambiamento profondo nella società.
A maggior ragione, abbiamo bisogno di manager che sappiano accompagnarci in questo indispensabile cammino verso la modernità».
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